“La Terra ha i suoi diritti”, il nuovo libro di Vandana Shiva
Vandana Shiva, la scienziata e attivista anti-Ogm nota in tutto il mondo per il suo impegno sociale, è uno dei protagonisti più attesi all’Incontro mondiale dei movimenti popolari convocato da papa Francesco, in programma a Roma da oggi a venerdì.
Di Vandana Shiva sarà in libreria dal 10 novembre un nuovo libro, La Terra ha i suoi diritti. La mia lotta di donna per un mondo più giusto (Editrice missionaria italiana, pp. 208, euro 18).
In questo saggio (realizzato sotto forma di intervista con il giornalista francese Lionel Astruc) Vandana Shiva affronta tutti i grandi argomenti della sua pluridecennale lotta in difesa dell’ambiente e dei diritti dei contadini: la sovranità alimentare, la battaglia contro la biopirateria, la definizione di ecofemminismo, più in generale l’attivismo sociale, che l’ha resa uno degli esponenti più in vista della galassia dei movimenti di base in tutto il mondo.
Nel suo libro Vandana racconta in maniera dettagliata tutta la sua vita e le motivazioni che l’hanno spinta, da filosofa e studiosa di fisica, a impegnarsi socialmente a fianco di piccoli agricoltori, donne delle tribù indigene in India e pian piano a diventare una paladina anti-globalizzazione selvaggia in tutto il mondo. Rievoca la scoperta dei piani segreti di alcune multinazionali – scoperta da lei compiuta in Svizzera già nel 1987, partecipando ad un summit segreto di scienziati – di creare piante Ogm per rendere la produzione di cibo vincolata strettamente a un mercato nelle mani di poche aziende.
Nel racconto di Vandana Shiva trova ampio spazio anche la sua replica alle accuse del New Yorker, la rivista ultraprogressista americana che un paio di anni fa l’aveva criticata con un ampio articolo. Con documentazione inoppugnabile, Vandana Shiva dimostra, ad esempio, che gli Ogm non servono per combattere la fame nel mondo; mostra come un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dei cicli della natura è più produttiva dell’agricoltura intensiva che si impadronisce dei terreni; indica che con l’agroecologia sarebbe addirittura possibile nutrire due popolazioni del mondo attuale.
Nel racconto di Vandana Shiva c’è spazio (e pure diversi elogi) anche per alcune esperienze positive italiane, come ad esempio gli orti in comune promossi dalla Provincia di Roma per persone senza più occupazione. Ma viene anche raccontato il dramma dei contadini indiani che si suicidano per i debiti contratti con le società sementiere: nella sola regione di Vidharba, nello stato del Maharashtra, si è passati da 52 suicidi nel 2001 a 1248 nel 2008. Nel 2012 tale cifra è stata di 927 persone.
Un libro-verità che unisce in maniera convinta e convincente come il rispetto dell’ambiente e la difesa dei diritti umani, in particolare dei più poveri, vadano di pari passo. Afferma Vandana Shiva: «Difendere i diritti della Terra Madre è la lotta con le maggiori chance di portare a una pace duratura».