2 dicembre 2017 – La Gabbianella ha compiuto 20 anni

REFERENTI…chi ci aiuta a realizzare la nostra solidarietà

Ho provato ad immaginarla per voi questa gabbianella, mentre su un piccolo battello  traversa gli oceani fino a raggiungere paesi lontani, dove ad attenderla sul litorale c’è un mezzo, un camion un po’ traballante, ma di quelli che arrivano ovunque, che raccolgono il proprio carico e lo trasportano via terra, attraverso mille difficoltà, alle destinazione definitiva.
Mi sono messo in viaggio, un viaggio materiale e al tempo stesso immateriale, per superare distanze geografiche, per incontrare e far coesistere in uno sguardo di insieme l’Italia e i tanti paesi dove le diverse associazioni sostengono mille progetti per dare sopravvivenza, istruzione, dignità, per trasmettere solidarietà, speranza, fiducia.
Ad ogni tappa del suo viaggio, la gabbianella ha trovato un referente pronto ad accoglierla sul palmo della mano per procedere insieme, per raggiungere un risultato concreto, per mettere un nuovo mattone, non un mattone qualunque, quello che fa la differenza fra il prima e il dopo.
Si parte, dunque: non raggiungeremo tutte le tappe, non conosceremo tutti i referenti, ma non importa: la storia di uno è la storia di tutti e sono storie concrete di vita, di esperienze, di quotidianità, in Africa, come in Asia o in America Latina.

L’Associazione AREF International Onlus dal 2003 interviene sia nel Nord che nel Sud dell’India, per noi ha il volto del signor Karma Dhondup. Esistono ben 58 “settlements” fra India e Nepal dove sono raggruppati 16.000 rifugiati tibetani, tra laici e monaci : alcuni di essi sono disabili, altri anziani, le richieste di intervento sono tante , sanitarie, abitative, scolastiche, di sostegno alla microimprenditorialità. Per i rifugiati tibetani la situazione in India non è facile e sarebbe difficile operare se non ci fossero persone come il signor Karma capaci di districarsi tra le mille incombenze burocratiche; mentre la gabbianella spicca il volo dal Doeguling Tibetan Settlement nello Stato meridionale di Karnataka, la accompagna il suono vibrante delle campane tibetane.

Il percorso è breve: restiamo in India più precisamente nel Sud dove l’Associazione Energia per i diritti umani Onlus ha collaborato alla realizzazione di un orfanatrofio per accogliere bambini vittime dello tsunami del 2004.
Forse non lo ricordiamo o forse non lo abbiamo mai saputo, ma nel 2005 oltre un milione di bambini indiani erano orfani, abbandonati, malati o vittime di sfruttamento, bisognosi di tutto.
E sono persone come Peter Raj, un dinamico ex-insegnante cinquantenne, a far progredire di anno in anno vari progetti di sviluppo, a cominciare dal sostegno a distanza. I risultati raggiunti sono sotto i nostri occhi: la gabbianella si posa su un edificio di tre piani, con scuola e convitto, che attualmente accoglie ottanta bambini e sta per essere terminata la costruzione di un secondo centro che comprende una casa di accoglienza per venti bambini e una scuola con cinquecento alunni, dalla materna alla scuola superiore.

Occorre superare l’Oceano Indiano, prima di planare sul Kenya centrale per incontrare Marek Krakus il prezioso referente di AINA, Associazione Italiana Nomadi dell’Amore Onlus che dal 2005 con il progetto “Bimbi del Meriggio” si occupa di bambini e ragazzi sieropositivi orfani o abbandonati.
Nel mostrarci il villaggio famiglia AINA CHILDREN HOME, Marek Krakus, con una punta di orgoglio e tanta commozione, ci racconta il cammino intrapreso dal 2010 ad oggi: attualmente la struttura ospita 116 minori e 25 persone fra insegnanti, tecnici e sanitari, comprende due dormitori, un nido, una piccola azienda agricola per il sostentamento del villaggio-famiglia, un presidio sanitario, una scuola elementare. Bimbi del Meriggio sovvenziona inoltre i ragazzi che hanno preso la licenza elementare attraverso borse di studio per frequentare le scuole professionali.

È un po’ stanca per il lungo volare fino in Madagascar la gabbianella quando va a posarsi sulle palme delle mani di Jean-François Ratsimbazaly davanti alla Casa di Accoglienza di Antsirabe. Jean Francois le racconta che , nel 1998, si era appena laureato in Psicologia all’Università Gregoriana, quando venne per la prima volta in contatto con MAIS a Roma. Grazie alla sua instancabile intraprendenza, dopo i primi progetti di Sostegno a Distanza, è stata aperta la casa di Antsirabe per ospitare durante l’anno scolastico bambini di campagna che devono frequentare la scuola in città lontani dalle famiglie. Ma c’è di più: è stato messo in piedi un progetto agricolo che coinvolge circa 200 persone. Nella Fattoria Biologica Jean-François ha concepito e messo in atto la produzione di brichette combustibili ecologiche, oltre all’allevamento di zebù e mucche e all’ orto. La produzione di brichette in particolare ha permesso ai genitori di affrancarsi e ai bambini di frequentare la scuola.

Un’ultima tappa africana ci riporta nella Repubblica Democratica del Congo insieme a Semi di pace International Onlus. È qui e precisamente nel quartiere Kalubwe di Lubumbashi, che nella parrocchia di San Marco, accoglie la gabbianella la referente Suor Blanca Lozano Mar della congregazione“Figlie della Passione di Gesù Cristo e Maria Addolorata”. Suor Blanca è una vecchia conoscenza già dai tempi del Messico, dove era direttrice della scuola. Allora Suor Blanca fece emergere la piaga dell’abuso sessuale sui minori, e grazie all’appoggio del Sostegno a Distanza avviò un sistema di supporto psicologico agli scolari abusati .
Anche ora, dopo il suo trasferimento in Congo, nel quartiere poverissimo di Kalubwe, dove le donne sono per la maggior parte analfabete e spesso vittime di stupro, Suor Blanca e le sue consorelle lavorano indefessamente per favorire l’istruzione e l’inclusione sociale di bambini e donne attraverso la scuola e l’accoglienza di ragazze madri sole.

Per superare l’Atlantico, la gabbianella si appollaia su una nave cargo fino a raggiungere il Brasile, per andare a scoprire il progetto “Madre terra” sostenuto dall’ “Associazione Ore Undici ” . È grazie ad un’ idea di Fratel Arturo Paoli che nacque il villaggio ad agricoltura biologica, situato in questa area del Brasile fortemente a rischio per la vicinanza col porto franco del Paraguay, luogo di scambio di droga e armi .
Il responsabile in loco, Reginaldo Alvez Da Cruz , un ex-ragazzo di strada che con Ore Undici ha fatto un lungo percorso di crescita personale e spirituale, ci fornisce la chiave di lettura: come una madre vuole aiutare i suoi figli, così Madre Terra vuole offrire ai giovani un futuro di lavoro attraverso la fattoria didattica. L’azienda agricola comprende 37 ettari, sette dei quali coltivati a ortaggi, e un lago per la piscicoltura. Ci vivono tre famiglie di agricoltori. Reginaldo si è laureato in agraria e abita con moglie e figlia nell’azienda agricola dove guida l’attività di coltivazione e vendita degli ortaggi. Organizza stages per gli studenti del collegio di agraria e per i giovani del carcere giovanile che cercano nell’agricoltura una riabilitazione sociale.

Siamo arrivati così all’ultima tappa , là dove l’Associazione Tininiska Italia Onlus interviene nella comunità della Regione Autonoma Costa Caribe Nord del Nicaragua, dove vivono le popolazioni Miskite e Sumi. Colonna del progetto è la referente Margarita Alejandrina Antonio Matamorros, coordinatrice dell’associazione Mujeres Creativas Lapta Yula, sorta nel 2012 con lo scopo di promuovere un cambiamento sociale attraverso il coinvolgimento dei giovani e il sostegno alla ridefinizione del ruolo delle donne nella comunità. Margarita è riuscita a porsi come interfaccia naturale tra il mondo delle comunità indigene e il nostro mondo occidentale e per anni è stata fonte e tramite indispensabile per la formulazione e la realizzazione dei progetti a favore delle comunità indigene del Nicaragua.

Ecco dunque cosa ha visto la gabbianella in questo suo sguardo di insieme e, mentre guardava, a poco a poco, quasi per magia, quello sguardo si è trasformato in un unico, grande, inesprimibile abbraccio!