Da Donne senza frontiere borse di studio per due studentesse sudanesi

Da Donne senza frontiere, associazione che aderisce a La Gabbianella – Coordinamento per il sostegno a distanza, arriva l’articolo pubblicato sul quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno che racconta limpegno dell’associazione per il Sudan.

Gazzetta-MezzogiornoL’iniziativa – L’incontro con il missionario organizzato dall’associazione internazionale “Donne senza frontiere”
Da Taranto solidarietà per il Sudan
Consegnate a padre William Deng borse di studio per due studentesse
di Monica Arcadio

Padre William Deng ha un grande sorriso. Solare e rassicurante. Sorride alla vita, all’amore, alla pace anche se là dove opera lui sorriso non c’è. Lui presta la sua opera cristiana in Sudan, in quella terra martoriata dalle guerre civili, dai colpi di stato, dalle rivoluzioni, dalle ribellioni. Quella terra che per anni ha combattuto e combatte in “nome” del petrolio. Attualmente c’è una sorta di tregua ma non c’è da stare tranquilli. Padre William per due mesi si ferma in Italia, in Puglia per la precisione, e poi partirà alla volta del Sudan del Nord dove vive solo da poco tempo. E il problema del Sudan è proprio tutto là, in quella siddivisione eterna tra Nord e Sud, una secessione diventata ufficiale da pochissimi anni. Padre William ne ha parlato in un incontro avuto, l’altra sera, a Taranto con le socie di “Donne senza frontiere”, associazione internazionale che sostiene la diffusione di una cultura rispettosa dei diritti umani.
Un incontro voluto da Rosaria Fonseca, presidente della stessa associazione, che ha voluto cogliere questa preziosa occasione per consegnare a padre William due borse di studio ad altrettante studentesse sudanesi al loro ultimo anno di medicina e ai bambini orfani. Nel corso dell’incontro le socie hal’Africanno ascoltato con interesse i problemi che attanagliano il Sudan e più in generale l’Africa, tra cui la sottomissione e i maltrattamenti riservati alle donne musulmane. Padre William ha spiegato che il popolo cristiano, soprattutto nel Sudan del Nord in minoranza, e il governo locale preferirebbe che sacerdoti, suore e missionari andassero via.