Come cambia il mondo raccontato da Un ponte per

Come cambia il mondo raccontato da Un ponte per

In queste ultime settimane il mondo è cambiato sotto i nostri occhi.

Un Ponte Per, come organizzazione che opera in paesi devastati da guerre, povertà e corruzione, si è domandata cosa accadrebbe se il contagio esplodesse proprio qui, in paesi che non sono preparati a contenerlo. Dove non ci sono abbastanza ospedali, o non sono attrezzati, oppure dove la sanità è in mano ai privati o ancora dove non ci sono sufficienti posti in terapia intensiva.

Noi di Un Ponte Per stiamo adattando i progetti già in corso e avviandone di nuovi per stare accanto alle comunità con le quali lavoriamo da anni e per rispondere alla pandemia in Siria, Iraq, Giordania e Libano. Per tentare di contenere la diffusione del virus.

Prima di tutto facendo prevenzione.

Guarda le video testimonianze dal campo

Siamo quindi impegnati/e per informare e dotare di kit di protezione le persone che vivono già in condizioni estreme a causa di povertà e di guerre e sulle quali questa crisi si abbatte in maniera ancora più violenta.

Per esempio in Siria, la metà degli ospedali è stata distrutta e nella regione del Nord Est, dove operiamo, prima di questa emergenza c’erano solo 27 ventilatori per una popolazione di circa 3 milioni di persone: un ventilatore ogni 110mila abitanti, mentre in Italia ne abbiamo uno ogni 12mila.

Sostieni il nostro intervento e quello delle nostre operatrici e operatori in questo momento attive/i sul campo e con tutti i mezzi disponibili per raggiungere la popolazione con kit igienici, informazioni mediche e dispositivi di protezione individuale.

Qualche esempio dei nostri interventi:

– In Siria stiamo allestendo un reparto Covid in 3 ospedali, in modo da dotarli di 18 posti di terapia intensiva, 42 di sub-intensiva e di un sistema di triage con personale sanitario adeguatamente formato.

– In Iraq abbiamo incontrato già 2.800 famiglie in 39 villaggi nelle aree di Nimrud, Bashiqa e Tilkaif. Il nostro staff ha fatto un porta a porta capillare con poster informativi e depliant per spiegare alle persone come affrontare la situazione.

– In Giordania il nostro staff distribuirà un cash for protection, ovvero un contributo una tantum alle famiglie più vulnerabili economicamente, alle donne vittime di violenza che vivono da sole con i figli e alle famiglie con disabili.

Il virus non conosce frontiere. Siamo onde dello stesso mare. E come scrive il nostro Fabio Alberti, “non basterà una pandemia per convincerci che non esistono nemmeno le nazioni. Ma forse possiamo cominciare a pensarlo”.