Cini: a Calcutta si muore di Covid e di fame

Mi scrive da Calcutta il dott. Samir Chaudhuri, l’uomo che ha lavorato quasi mezzo secolo per combattere contro la costante malnutrizione infantile in India, dopo il trauma vissuto da lui stesso bambino della Grande Carestia del Bengala nel 1943-44.

“Non abbiamo mai visto una crisi come questa – dice. Abbiamo combattuto per decenni per arginare la malnutrizione in India e nel sud del mondo, ma oggi la minaccia è planetaria e colpisce tutti”.

“Stamattina ho incontrato uno dei bambini severamente malnutriti che avevo riabilitato in uno dei nostri centri nel 1975. Mi ha detto che adesso è papà di un neonato di quattro mesi e non sa come farlo mangiare perché la bottega di sarti dove lavora è stata chiusa per il lockdown COVID e lui non ha più la paga giornaliera per sfamare la famiglia. Quando esco, non vedo più il calzolaio, il barbiere, i guidatori di rickshaw. Come sfameranno i loro bambini se non lavorano?”

Continua. “Qualche giorno fa ho notato un bambino che non avrà avuto neppure dieci anni che spingeva un carretto cercando di vendere delle verdure al mercato vicino a CINI. Non l’avevo mai visto prima, e poi un bimbo così piccolo… Questi sono segni della disperazione dei poveri”.

Poi rassicura. “A CINI stiamo cercando di reperire fondi per aiutarli e noi abbiamo messo una giornata del nostro stipendio a disposizione per autofinanziare i primi aiuti. Come diceva Madre Teresa: ‘Date fino a che fa male’”. Mentre noi lottiamo strenuamente contro la pandemia qui in Italia, i poveri del mondo sono assaliti su due fronti. In India non si muore solo di COVID ma anche di fame. Quest’anno riserviamo la sorpresa delle nostre uova di Pasqua ai bambini poveri indiani abbandonati nel lockdown.

Con un augurio di Buona Pasqua a tutti voi, perché la Pasqua sia anche per noi un passaggio dalla morte del COVID alla vita e che con il nostro piccolo contributo possiamo fare lo stesso per i bambini poveri in India,

Eliana Riggio

Presidente
CINI Italia OdV