Al maestro e studioso tibetano Norbu la massima onorificenza della Repubblica italiana

 

ARCIDOSSO – Oggi, nella Sala Consiliare del Comune, si è tenuta la Cerimonia ufficiale di assegnazione dell’Onorificenza di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana al Professor Namkhai Norbu.

Il Presidente della Repubblica Italiana è il capo dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana, il più alto degli ordini della Repubblica, nato con lo scopo di «ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, dell’economia e nell’impegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici e umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari».

Secondo il regolamento a nessuno può essere conferita, per la prima volta, un’onorificenza di grado superiore a quella di cavaliere, fatta eccezione per alcune situazioni particolari. Al professore e maestro Namkhai Norbu è stata riconosciuta l’eccezionalità dell’impegno e del contributo alla società tutta, assegnando direttamente il titolo di commendatore.
Il professor Namkhai Norbu ha ricevuto molti riconoscimenti e onorificenze, sia in Patria che all’estero, per la sua vasta attività culturale, ma anche per il suo impegno sociale.

Il prefetto di Grosseto, Cinzia Torraco, a nome del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha consegnato l’onorificenza sottolineando l’importanza del contributo culturale e spirituale del Maestro Norbu sul territorio. Presenti inoltre il prefetto, Marco Valentini, il presidente del Consiglio Regionale, Eugenio Giani, e il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini, che insieme ad una rappresentanza di sindaci dei comuni limitrofi, ha consegnato al Maestro un drappo simbolico, quale testimonianza della riconoscenza della comunità al valore aggiunto per la presenza di Norbu e per le attività svolte. La mattinata si è conclusa con una visita al Maco, il Museo di Arte e Cultura Orientale di Arcidosso, unico nel suo genere, le cui attività si svolgono in sinergia con il centro Dzogchen di Merigar.

Namkhai Norbu Rinpoche, eminente studioso della cultura del Tibet, è una figura unica nel panorama spirituale contemporaneo. Nel corso degli anni la sua fama si è diffusa nel mondo, sia per lo straordinario valore delle sue ricerche sulla cultura tibetana che per il suo essere maestro di Dzogchen Atiyoga, un insegnamento antico, autentico patrimonio dell’umanità, di cui è uno dei massimi rappresentanti viventi. Lo Dzogchen consiste in un insieme di conoscenze che mirano all’evoluzione interiore dell’individuo. Avendo compreso l’importanza che questo insegnamento può avere per le popolazioni occidentali, il maestro Namkhai Norbu si è prodigato per trasmettere questo sapere, offrendo con profonda competenza e umanità le sue conoscenze alle persone interessate. Per mantenere intatta la sorgente originale di questa conoscenza, si é adoperato anche per la preservazione della lingua e della cultura tibetana. Infatti per Namkhai Norbu ─ che sin dalla sua infanzia ha studiato con grandi maestri ─ è sempre stato fondamentale rispettare la trasmissione ed il lignaggio dell’insegnamento, pur adattandolo a culture e tempi attuali, per renderlo fruibile a un numero sempre più ampio di persone. A questo scopo ha sviluppato un sistema di conoscenza filosofica, etica e psicologica, un metodo “rigoroso” ma profondamente innovativo, mirato a trasmettere la conoscenza essenziale dello Dzogchen in forme efficaci e utili per chi vive nel mondo moderno.

Namkhai Norbu ha condiviso il proprio sapere anche per quanto riguarda gli studi e le ricerche sulla lingua, cultura e civiltà del Tibet, proseguiti anche dopo il concludersi dell’attività accademica come professore di Lingua e Letteratura Tibetana presso l’Istituto Universitario Orientale (IUO) di Napoli. Attraverso un lungo e paziente lavoro di ricerca, egli ha approfondito la storia delle origini della civiltà tibetana precedenti alla diffusione del buddhismo in Tibet e ha proposto una lettura innovativa rispetto alla storiografia ufficiale del suo paese di origine, riconoscendo il valore ─ per lungo tempo rimasto pressoché sconosciuto ─ delle religioni pre-buddhiste. I risultati della sua ricerca hanno esercitato interesse in ambito accademico, nazionale e internazionale. Per rendere accessibile tale conoscenza, ha creato una scuola di studiosi e traduttori specializzati, che contribuiscono allo sviluppo degli studi sulla cultura tibetana, sia in ambito accademico che con attività di divulgazione rivolta ad un vasto pubblico.

L’importanza storica dell’impegno culturale e accademico di Namkhai Norbu risiede nella valorizzazione del linguaggio, della cultura e delle arti, come strumento di salvaguardia dell’identità anche delle minoranze a rischio di estinzione. Da anni promotore anche di numerose attività a sfondo umanitario, Namkhai Norbu ha contribuito allo sviluppo sociale e culturale di popolazioni asiatiche e non, operando attraverso la ONLUS A.S.I.A. (Associazione per la Solidarietà Internazionale in Asia), che dal 1988 agisce in contatto con le autorità locali e nel rispetto dei vari contesti sociali in cui opera. A.S.I.A. Onlus opera in Qinghai, Gansu, Sichuan, Regione Autonoma Tibetana, Cina, Sri Lanka, Nepal, Myamar, India,Mongolia e Italia con: interventi di salvaguardia del patrimonio culturale, educazione allo sviluppo, sostegno a distanza e progetti educativi attraverso la costruzione di scuole; progetti in ambito sanitario, costruendo ospedali e fornendo moduli di formazione professionale; interventi, in caso di emergenza, a sostegno alle popolazioni del continente asiatico e Italia colpite da calamità naturali.

Biografia
Il professor Namkhai Norbu è giunto in Italia nel 1960 su invito del noto studioso Giuseppe Tucci, fondatore dell’’Is.M.E.O (Istituto per il Medio e Estremo Oriente).
Nato a Derge (Tibet – Cina) nel 1938, Norbu ha studiato presso le principali università monastiche del suo paese, come il Sakyapa College di Derge , dove ha acquisito due diplomi di laurea, in scienze filosofico-letterarie e in medicina tibetana tradizionale. Già all’età di vent’anni era noto come studioso e ricercatore, e questo gli aprì la strada per collaborare ad importanti progetti di ricerca internazionale, tra i quali quello offertogli dall’I.S.M.E.O (Istituto per il Medio e Estremo Oriente) a Roma.
Dopo i primi anni trascorsi nel nostro paese, iniziò ad insegnare Lingua e Letteratura Tibetana e Lingua Mongola presso l’Università Orientale di Napoli, dal 1964 al 1993.
Namkhai Norbu si è stabilito a vivere in Italia e ne ha acquisito la cittadinanza. Negli anni della sua vita in Italia ha coniugato due culture – la cultura delle sue origini e quella del paese in cui ha scelto di vivere – sviluppando un messaggio di evoluzione e di pace di altissimo livello culturale e sociale che continuamente porta nel mondo.
A livello accademico, Namkhai Norbu si è dedicato alla cultura orientale e tibetana in particolare, al fine di preservare un’eredità culturale e spirituale che è un patrimonio dell’umanità. Particolare rilievo hanno avuto i suoi contributi condivisi e apprezzati dalle più note università del mondo.
Attualmente ha introdotto un’innovativa tecnica meditativa basata su danze e canti, che dal 2010 sono state riconosciute patrimonio dell’umanità dal Consiglio Internazionale della Danza dell’UNESCO.
A seguito dell’interesse che il messaggio del Maestro Namkhai Norbu aveva suscitato, nel 1981 è nata l’Associazione Culturale Comunità Dzogchen ad Arcidosso (Toscana), nella località chiamata Merigar. Negli anni successivi, centri simili sono sorti spontaneamente negli Stati Uniti, nel Sudamerica, in Cina, in Russia, in Australia, dando vita all’attuale Comunità Internazionale Dzogchen, un’associazione che gode di rispetto e prestigio internazionale anche in ambito istituzionale.
Nel 1989 il professor Namkhai Norbu ha fondato l’Istituto Shang Shung, con sede in Italia, per permettere a studiosi di tutto il mondo di portare avanti e sviluppare l’importante attività di ricerca e studio sull’arte e le culture orientali. Al suo interno il Dipartimento di ricerca sulla Medicina tradizionale tibetana ha promosso convegni e giornate di studio nella sede italiana e in altre sedi in Austria e Gran Bretagna. In Russia e Stati Uniti ha aperto la School of Tibetan Medicine.

da IlGiunco.net